Posted on

A che punto è il “life span”? Qual è la nostra vera età? Si può allungare la vita, in maniera indefinita?


“La giovinezza sarebbe un periodo più bello se solo arrivasse un po’ più tardi nella vita.”

(Charlie Chaplin)

Uno dei sogni che accompagna quell’ampia fetta di umanità che teme il possibile “quadro dimensionale” che sta oltre la vita terrena, consiste nella possibilità di realizzare una eterna giovinezza.

Alcune fonti storiche, parlano di Johannes Faust, laureatosi nel 1509 ad Heidelberg, il quale, molto probabilmente, si era approfondito in ricerche sulla magia, in Polonia. Costui sarebbe stato capace di grandi prodigi e sarebbe stato in possesso di un elisir di lunga vita. A questo personaggio si ispirò Goethe per realizzare l’opera che sarebbe divenuta una pietra miliare della letteratura ottocentesca in cui, il dottor Fausta riceve dal diavolo il dono di una nuova giovinezza, in cambio della dannazione eterna.

Scoprire il segreto della vita e prendere il timone per tracciare la rotta verso l’isola della longevità, muove sempre di più l’anima della ricerca scientifica.

I nuovi Prometeo, oggi, più che sui perché della vita e della morte, si concentrano sui meccanismi che ne stanno alla base, per cercare di orientare la barra a dritta, in direzione di un eterno “Life Span” (capacità di vita e di duplicazione massima cellulare, specifica per ogni specie, che dipende dai singoli sistemi cellulari che compongono l’organismo).

Già nel 1961, Leonard Hayflick dimostrò che le cellule umane hanno una durata massima di vita programmata ed una capacità di duplicazione ben definito, cui si sottraggono alcune cellule derivate da tumori (vicine, per strutturazione, alle cellule mesenchimali embrionali) che pare siano dotate di vita eterna, possedendo una capacità indefinita di duplicarsi. Si può trasferire questo principio a livello dell’intero organismo e correlarlo alla sua longevità.

Dunque, pare proprio che ognuno abbia un proprio destino genetico ben programmato.

Perché?

Su quali basi?

Le lancette dell’orologio, si possono spostare all’indietro?

“Il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia è la lezione più importante che la storia ci insegna”.

(Aldous Huxley)

Si può affermare che non ci sia stata epoca in cui non si sia cercato di carpire il segreto dell’immortalità e, contestualmente, non può essere disconosciuta la presenza di acuti pensatori, i quali hanno tentato di spiegare che, comunque, siccome una vita più è vuota e più pesa, sarebbe stato meglio tentare di “allargare” la propria esistenza, piuttosto che cercare di “allungarla”.

“La saggezza che un saggio tenta di trasmettere, suona spesso simile alla follia”.

(Herman Hesse)

Alla fine degli anni ottanta, Il professo M. R. Rose dell’Università di Irvine, in California, attraverso incroci selettivi, è riuscito ad ottenere una popolazione di drosophila malanogaster (il moscerino della frutta) in grado di vivere più del doppio rispetto al normale.

Tra le particolarità rilevate nel corredo genetico di questi super moscerini, si riscontrava la presenza di un gene in grado di sintetizzare enzimi antiossidanti (in grado di contrastare i radicali liberi, i quali danneggiano le cellule) con efficacia costante nel tempo.

Sembrerebbe che i fattori genetici siano molto importanti nel determinare la longevità.

Domandiamoci, allora, cosa sia la genetica e come agisca su di noi.

Alcune risposte si possono ricavare da un articolo inserito nel settore Psicologia, dal titolo “Genio si nasce o si diventa?”


Se ne riporta un estratto


  • Il DNA di ciascuna cellula, pur essendo morfologicamente diverso (per piccolissimi particolari) da persona a persona (per accertare l’identità di qualcuno, infatti, si effettua l’analisi del DNA) svolge in tutti gli esseri umani la medesima funzione.
  • All’interno del DNA (vero “cervello” cellulare) troviamo dei costituenti parcellari (protoni, neutroni, elettroni, neutrini, gluoni, etc.) che hanno caratteristiche morfologiche uguali per tutti gli esseri umani e per tutto ciò che si trova nell’Universo (secondo le affermazioni di Abdus Salam, Nobel nel 1979 per la Fisica): ciò che differenzia gli esseri animati da quelli inanimati, è rappresentato dal tipo di informazioni possedute da ciascuna d queste particelle ed espresse sotto forma di movimenti aventi parametri adeguati (lunghezza d’onda, frequenza, spin, etc.) all’informazione da trasmettere; in base a questi messaggi, si creano strutture atomiche e molecolari differenti, da cui partiranno altri messaggi e che riceveranno, a loro volta, “notizie” dal mondo esterno; questi dati verranno archiviati all’interno dei magazzini della memoria e costituiranno il serbatoio dei ricordi, quindi l’identità storica personale.
  • Sulla scorta di quanto fin qui descritto, si può affermare che la vita di ognuno comincia all’interno del nucleo di ogni atomo, grazie alla scintilla di energia che si genera e si trasmette: ogni essere umano, quindi, vive, pensa, ama ed agisce, in funzione degli elaborati prodotti, usando come materia prima le tracce mnestiche archiviate.

A livello mentale, in cosa differiscono i miliardi di esseri umani esistenti?

La risposta è compresa nelle spiegazioni precedentemente elicitate: dalle informazioni contenute all’interno della memoria. La componente genetica assume il ruolo di contenitore dentro cui la mente (energia che genera i flussi di informazione) elabora ed archivia i dati provenienti dal mondo esterno e le idee generate nel mondo interno.


Insomma, il DNA di ogni essere umano, costituisce una sorta di stoffa, tessuta con il telaio dei costituenti genetici genitoriali, le cui fibre tessili, nell’intreccio di trama ed ordito, seguiranno uno schema influenzato da fattori “intrinseci” ed estrinseci”.

Comunque vogliamo inquadrare l’affaire “genetica”, altri fattori influenzano l’andamento nel tempo, della nostra salute.

Poiché siamo composti di ciò che mangiamo (dal punto di vista corporeo e mentale, attraverso il cibo ed i messaggi che ci “penetrano” costantemente) e beviamo, non sorprende che gli studiosi abbiano dato importanza al “fattore dieta” (fisica e psichica). Attraverso sperimentazioni su vasti campioni di individui (l’ultimo, in Scandinavia, su 4000 persone), sembra invecchiare meglio chi ha mantenuto un’alimentazione priva di eccessi, chi ha lavorato fino a tarda età, chi ha mantenuto durante la propria vita un buon tono muscolare mediante esercizio ed attività sportive.

Non si può, a questo punto, evitare di citare l’articolo ” I bisogni degli esseri umani”, pubblicato nel settore “Psicologia”, in cui si evidenziano gli Step da rispettare per assicurarsi un futuro roseo.

La maledizione di una vuota, eterna vecchiaia

“Invecchiare è il modo migliore che ho trovato, per vivere più a lungo…”

(A. Einstein))

Nel secolo appena trascorso, l’età media dell’uomo è aumentata quasi del doppio. Autorevoli scienziati ritengono che nei prossimi anni, la ricerca medica porterà ad un ulteriore incremento.

A queste condizioni, possiamo concludere che, senza un miglioramento considerevole della qualità della vita, si correrà il rischio di prolungare soltanto le sofferenze terrene.

Il prof. Umberto Scapagnini, neuroimmunoendocrinologo di fama internazionale, nel suo libro “La manutenzione della vita”, narra di un certo Raimondo Lullo, un misterioso personaggio al confine fra l’alchimista ed il medico, vissuto a cavallo del tredicesimo secolo.

“Messer Raimondo, fra i vari esperimenti, si occupò anche del problema dell’immortalità. Si narra che, una sera, durante un sontuoso ricevimento, si sia innamorato di un’avvenente nobildonna. Questa, conoscendo la fama del suo spasimante, gli chiese in cambio del proprio amore un elisir di lunga vita, per conservarsi bella in eterno. Così Lullo, arso dalla febbre della passione, si rinchiuse nel suo laboratorio e si immerse in lunghi studi per sconfiggere l’antica nemica degli uomini. Dopo sforzi e fatiche, ottenne il risultato sperato. Subito provò su se stesso la pozione, poi corse al castello della sua amata, per dividere con lei la tanto ambita eternità. Giunto al suo cospetto, però, si accorse con raccapriccio che la bellezza della donna era svanita da un pezzo e che lui, concentrato nei suoi studi, aveva trascorso senza rendersene conto, quasi quarant’anni chiuso nel suo laboratorio. Il tempo era volato via e aveva portato con sé il suo vigore. Così, guardandosi allo specchio, vide l’immagine di un uomo appassito. Purtroppo, per la fretta di coronare il suo sogno, aveva già bevuto l’elisir …e così si ritrovò, suo malgrado, vecchio ed immortale, con le conseguenze (in termini di limitazioni) che una tarda età aveva a quei tempi. Con il passare degli anni, la noia di una vuota prospettiva, attanagliò sempre di più il suo animo. Qui la leggenda si fa e si sovrappone alla figura dell’Ebreo Errante. In ogni caso, si racconta che Raimondo vagò per il mondo per oltre cento anni cercando un modo per porre fine ai suoi giorni inutili. Le provò tutte (dai veleni alle armi) ottenendo come unico risultato, quello di peggiorare le sue condizioni fisiche. Solo dopo altri cento anni Dio, impietosito dalle preghiere e dalle sofferenze di quello che, ormai, era stato (una volta) il nobile Raimondo Lullo e che ora era solo un fusto vegetale, gli concesse la pace eterna, liberandolo dalla sua maledizione”.

“È meglio tentare di dare giorni alla vita, dando vita ai giorni!”.

Rita Levi Montalcini

Psiconeuroendocrinoimmunologia: La danza degli equilibri

Questa scienza, che dagli addetti ai lavori, viene definita una rivoluzione in corso d’opera, studia i rapporti fra psiche, sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario, i quali dialogando fra loro attraverso molecole definite neuropeptidi, determinano l’instaurarsi di una “Grande Connessione”, una sorta di Network da cui dipende il benessere, la vita o la morte di ognuno di noi.

Per quanto possa sembrare strano, uno dei primi ad occuparsi di questa disciplina scientifica fu Galeno di Pergamo vissuto nel 129 d. C. Medico e filosofo greco. Studiò a Smirne e ad Alessandria e fu poi attivo a Roma presso gli imperatori Marco Aurelio e Commodo. Fu il primo, in Occidente, ad accoppiare alla pratica medica un vero e proprio sistema filosofico sul concetto di salute e malattia. La base della sua visione medica consisteva nel definire la salute come un equilibrio dinamico fra i tre principali umori che costituiscono l’individuo (concetto molto simile a quello della medicina tibetana e della medicina ayurvedica). Per lui, il trattamento terapeutico, comprendeva dieta, accorgimenti di vita e medicinali di estrazione naturale, il cui uso era volto a recuperare l’equilibrio perduto. Galeno, insomma, fu uno dei primi a notare e codificare in maniera scientifica, che le alterazioni dello stato psicofisico possono condizionare in maniera rilevante le risposte biologiche dell’organismo.

Come valutare l’età biologica

Cosa si intende per “vera” età? Come mai è così utile stabilirla con precisione? A tutti è capitato di riflettere, nel quotidiano, di verificare come, in molti casi, a parità di età anagrafica, vi siano profonde differenze nell’aspetto esteriore e nel comportamento. Effettivamente, la scienza, oggi, ci fornisce i mezzi per verificare che la vera età di ognuno, è quella risultante da “corpo, anima e vestito”: cioé, dalla parte organica, da quella psicologica e da come ci si adatta ai cambiamenti del mondo esterno. Come dichiara Umberto Scapagnini, “l’età anagrafica è, sempre più, un incidente burocratico”.

ANAMNESI GENETICA FAMILIARE


  • Si deve appurare mediante raccolta dati ed, eventualmente, mappa cromosomica, la presenza di un Software “normale” (Assenza di anomalie congenite)
  • Verificare l’attivazione dei codici per la produzione di enzimi di manutenzione definiti “Apo E2” (molto efficienti)
  • Verificare lInattivazione dei codici per la produzione di enzimi di manutenzione definiti “Apo E3 – Apo – E4” (meno efficienti)
  • Etc.

EFFICIENZA MENTALE


  • Elaborazione della Mappa Analitica della Personalità ad Indirizzo Psicodinamico di G: Russo (di cui si fa ampiamente cenno in questo Magazine scientifico) con l’aggiunta di TEST NEUROPSICOLOGICI di conferma
  • Valutare la presenza di NOXAE PATOGENE PSICOLOGICHE (Stress non compensati / Frustrazioni non metabolizzate / elevata concentrazione di conflitti irrisolti / rigidità e assenza di flessibilità / incapacità di adattamento, etc.)
  • Valutare la presenza di NOXAE PATOGENE ORGANICHE (Virosi debilitanti / infezioni batteriche lunghe e ricorrenti / danni da sostanze chimiche e contaminanti ambientali, etc.)
  • Etc.

ETA’ ORMONALE


  • Valutazione efficienza dei VALORI ASSE IPOTALAMO – IPOFISI – SURRENE
  • Valutazione efficienza dei VALORI ASSE IPOTALAMO – IPOFISI – GONADI
  • Valutazione efficienza dei VALORI ASSE IPOTALAMO – IPOFISI – TIROIDE
  • Valutazione efficienza dei VALORI ASSE IPOTALAMO – IPOFISI – GH (SOMATOTROPO)
  • Valutazione efficienza dei VALORI ASSE IPOTALAMO – IPOFISI – PROLATTINA

ETA’ IMMUNITARIA


  • Valutare i livelli di IgG, IgA, IgM
  • Valutare il numero dei LINFOCITI T (CD4 – CD8)
  • Valutare il numero dei LINFOCITI NK
  • Valutare il numero dei LINFOCITI B
  • Etc.

ATTIVITA’ ANTIOSSIDANTE


  • Determinazione delle VITAMINE A / E / C (Difensori di membrana cellulare)
  • Determinazione di UBICHINOLO / UBICHINONE (Utili per la produzione di ATP mitocondriale, energia che muove tutti i processi cellulari)
  • VALUTAZIONE ENZIMATICA del SOD – SuperOssidoDismutasi (in grado di trasformare il radicale libero O2- in acqua ossigenata)

  • VALUTAZIONE DEI RIDUTTORI ORGANICI – Glutatione ridotto e Catalasi (In grado di neutralizzare l’acqua ossigenata, aiutare le difese di membrana e facilitare la produzione di ATP, migliorando il “tono” generale dell’organismo)
  • Etc.

INDICI DI MASSA CORPOREA


  • BBMI
  • Etc.

Ricordando che i processi sopra menzionati (che rappresentano una parte infinitesimale del lavorio globale psiconeuroencocrinoimmunologico) avvengono in collegamento fra i diversi sistemi del “Network”, il quadro involverà verso il viale del tramonto, in maniera direttamente proporzionale alla “grande sconnessione” fra psiche, sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario. Il tutto potrà essere opportunamente “modulato” nei limiti dell’umanamente possibile, mediante opportuni correttivi nello stile di vita, nella dieta e con eventuali integrazioni farmacologiche.

Le figure professionali più autorevolmente abilitate a collaborare, per un corretto approccio multidisciplinare, sono le seguenti:


  • Medico di Medicina Generale (coordinatore)
  • Psicoterapeuta (medico o psicologo)
  • Psichiatra (quando necessario)
  • Neuroscienziato
  • Immunologo
  • Endocrinologo
  • Biochimico
  • Fisico

Comunque abbiate vissuto questo approfondito lavoro scientifico, vi invito a ricordare che “La giornata più perduta di tutte, è quella in cui non abbiamo sorriso…almeno una volta!”

G. M. – Medico Psicoterapeuta