Cosa fare se il dipendente statale non evade una pratica di sua competenza.
Se il dipendente se la prende comoda, c’è un modo per accelerare i tempi facendo ricorso al Direttore Generale, che deve provvedere direttamente ad evadere la pratica nel termine perentorio di 30 giorni.
Quest’obbligo è previsto dall’art. 3 ter della Legge n.273 del 1995, in base al quale: “…decorso inutilmente il termine di conclusione dei procedimenti amministrativi di competenza delle Amministrazioni Statali, fissati ai sensi dell’art. 2 della Legge n.241 del 1990, l’interessato può produrre istanza al Dirigente Generale dell’unità responsabile del procedimento, il quale provvede direttamente entro il termine di 30 giorni“.
Nel caso in cui neanche il Direttore Generale provveda nel termine suindicato, dovrebbe trovare applicazione l’art. 20 del D.Lgs.n.29 del 1993, che prevede la possibilità di fare una segnalazione al Ministro, il quale può decidere il collocamento a disposizione del Dirigente per la durata massima di un anno, con conseguente perdita del trattamento economico connesso alle funzioni.
Maria Cipparrone ( avvocato )
Questo articolo è stato realizzato con la collaborazione della Dott.ssa Laura Trocino.
Iscritta all’Albo degli Avvocati del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Cosenza, Patrocinante in Cassazione, esercita la professione di avvocato in materia di diritto civile, in particolare diritto di famiglia, del lavoro e della previdenza, diritto dei consumi, recupero crediti. Dal 1995 è Giurista d’Impresa. Dal 2006 al 2012, presso varie emittenti radiofoniche e televisive locali, ha partecipato come ospite fissa in trasmissioni di informazione giuridica. Dal 2015 si dedica alla tutela degli animali, rappresentando cittadini privati e associazioni animaliste sia in processi civili che, come parti civili, nei processi penali (Abilitazione all’esercizio della professione di avvocato conseguita in data 29/06/1998). Iscritta all’Albo dei Giornalisti- Elenco pubblicisti dal 26/10/2002.