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In un momento in cui tutti sono con il fiato sospeso per via dei venti di guerra che spirano minacciosi sul mondo, a causa dell’ormai imminente conflitto USA – Iraq, nascono in me delle doverose riflessioni. Vedo in televisione e sulla carta stampata, la catena di solidarietà che si stringe, ogni giorno di più, intorno al popolo iracheno che altra colpa non ha se non quella di dover tollerare, forzatamente, l’ingombrante quanto stritolante presenza di un dittatore al potere che risponde al nome di Saddam Hussein! Tutti, o quasi, condannano gli Stati Uniti d’America per il dichiarato intento di voler intervenire militarmente, anche senza il consenso dell’O.N.U., in territori che vengono definiti “culla e arido covo del terrorismo islamico”. Viene condannata, dai più, l’arroganza con cui si muove il più potente Presidente del mondo libero George w. Bush e viene condannata perché intesa come sopruso del più forte ai danni del più debole! Tutto questo ci dovrebbe far riflettere sul fatto che si è sempre propensi a catalizzare l’attenzione sulle nefandezze ed i soprusi altrui finendo, inevitabilmente, per coprirsi gli occhi ed aggiungerei di turarsi il naso, su quello che di altrettanto grave, anche se per motivi diversi, si verifica dalle nostre parti, forse con il precipuo scopo di allentare la tensione con lo specifico intento di riprendere fiato è se solo ci soffermassimo ad osservare la situazione italiana non credo esistano dei margini per poterci definire soddisfatti. Il nostro problema, a mio avviso, consiste nel quotidiano, martoriato da mille problematiche e difficoltà, per le quali è ben lontana una risoluzione definitiva…PER CONTINUARE LA LETTURA, CLICCARE SUL TITOLO.



….Ogni giorno, infatti, si verificano mille soprusi che siamo costretti a sopportare ed a metabolizzare ognuno secondo le proprie capacità. In questa attività di monitoraggio veloce (altrimenti si impiegherebbero anni) della situazione italiana, partirei da quella che considero la più grossa iniquità di una società che ama definirsi del terzo millennio che però, a ben vedere, ha molti punti in comune con quella del Medio Evo; mi riferisco alla netta frattura che ancora oggi esiste e di cui se ne avverte il peso imbarazzante tra Nord e Sud. Di questa differenza che trova la sua genesi in diverse realtà storiche segnate da dominazioni e culture molto “lontane” tra loro, ritengo gravemente ed inappellabilmente responsabili le varie classi politiche che si sono alternate al potere dal dopoguerra ad oggi. Ridicoli ed oltremodo offensivi, poi, gli interventi che si sono effettuati in tutti questi anni che, certo non si può affermare, abbiano sortito effetti sostanziali per colmare la frattura in oggetto. Perché, mi domando, dobbiamo tollerare in silenzio una situazione che vede un Nord produttivo ed efficiente da una parte, ed un Sud misero, inefficiente e stritolato da mille complicazioni, molte delle quali sono riconducibili ad un fenomeno imbarazzante chiamato mafia, che, per ironia della sorte, rappresenta il più efficiente prodotto che il Sud abbia esportato nel mondo? Tanto si è scritto sull’argomento e tanto si è promesso…ma nulla si è stati capaci di mantenere; forse è giunto il momento di chiedersi tutti insieme a chi conviene che persista questa situazione di separazione netta! Credo però, che la risposta sia insita in ognuno di noi ed in base a questa dovremmo regolarci con la coscienza di un popolo saggio per raggiungere la nuova unità d’Italia… quella vera! L’unità di una nazione, cioé, nella produttività e nell’efficienza. Ma tanti altri sono i problemi che affliggono il nostro Paese e senza avventurarci in sterili ed improduttive polemiche che a nulla porterebbero, ne affronterei, con il consenso di chi legge, uno che mortifica le nostre coscienze: la crescita costante ed inarrestabile del tasso di povertà e la lenta scomparsa di una classe intermedia tra ricchi e poveri. Si fa tanto clamore intorno alla miseria che affligge il mondo e tante sono le iniziative dei nostri governanti, per prodursi in sforzi umanitari al fine di lenire le pene dei tanti che soffrono in un mondo fatto di contraddizioni, ma nulla o quasi si fa per tentare di realizzare, nel nostro Paese, una più equa distribuzione della ricchezza fra le classi sociali, per tentare di riorganizzare un mondo del lavoro fatto di baronie e di soprusi, di abusi e discriminazioni… e allora signori che detenete il potere, a nulla servono finanziamenti a pioggia o erogazioni di varia natura se non riuscite a garantire l’autonomia dei singoli individui.. mi domanderete come, la risposta è semplice …trovatela da voi una soluzione perché siete pagati… e profumatamente, per questo! E vi auguro che il popolo dei bisognosi e cioè quello dei più, quello che non arriva alla fine del mese, quello che è sommerso dalle bollette, quello che deve rinunciare sempre a qualcosa, quello che si raffronta con il lusso sbandierato nelle soap opera e negli spot pubblicitari…non alzi la testa dopo aver preso coscienza …altrimenti non so! Cari signori, bisogna prima pensare ai problemi del proprio mondo interno per essere in grado di poter pensare a quelli che affliggono il mondo esterno. Ovviamente, ogni riferimento è puramente “NON” CASUALE !